Il governo Adduce in grande difficoltà. Siamo di fronte ad una situazione in cui si avverte il discredito che grava sulla città, con una dirigenza messa in difficoltà da provvedimenti giudiziari o da incapacità a svolgere il proprio ruolo. Come gestire e governare servizi indispensabili per la città diventa un grosso problema. Dall’altro l’incrinarsi di quel rapporto di fiducia e di sintonia con la città, che forse non c’è mai stato, e che oggi raggiunge i livelli più bassi.
Fatta salva la presunzione di innocenza, la mancata costituzione di parte civile, da parte dell’amministrazione comunale, nel procedimento di rinvio a giudizio a carico di Cifarelli, di alcuni dirigenti della pubblica amministrazione e di cittadini coinvolti a vario titolo, lascia alquanto esterrefatti. Un sindaco che apprende dalla stampa un tale madornale errore e non dal dirigente che lo ha commesso è sconcertante. Un dirigente di lunga data e di lunga esperienza che sbaglia un atto così semplice nella sua formalità, lascia a dir poco perplessi. Un sindaco che dichiara all’atto della pubblicità della notizia “che la vicenda appartiene ad anni lontani” è incomprensibile. Inoltre, le ultimissime vicende giudiziarie a carico di dirigenti e dipendenti comunali pongono con forza e attualità il tema della questione morale e dell’etica politica e amministrativa nei rapporti tra amministratori e dirigenti.
La vicenda del tentativo di speculazione edilizia nel quartiere di Serra Venerdì pone, al contrario di quanto possa pensare il Sindaco e l'intera maggioranza, due questioni fondamentali, una di natura politica e l'altra di natura processuale in quanto parte lesa nel processo penale. Per quanto riguarda la questione politica pare che la strategia del sindaco e del suo gruppo(giunta e maggioranza) sia stata, e continui ad essere, quella di minimizzare i fatti, abbassare più possibile i toni e sperare che la nottata passi senza ulteriori danni. Dichiarare che si ha fiducia nella giustizia non c’entra assolutamente niente con gli esempi di comportamento irreprensibili che una classe politica e di governo deve avere e dimostrare. Forse andrebbero ricordati al primo cittadino e all'attuale centro sinistra i fatti accaduti in “età preistorica” (2003/2004). I fatti, però, nella loro gravità sono da tutti conosciuti. Per quanto riguarda la posizione di parte lesa sarebbe stato opportuno, ma lo è tuttora, sollevare dall’incarico il capo di gabinetto. Una decisione che andava già presa senza indugi e che la comunità materana chiede. Adottare un tale provvedimento non assume il significato di un verdetto di colpevolezza, ma assume, invece, un significato di trasparenza e di separazione dagli atti amministrativi su cui è in corso l’indagine. Su tali questioni, chiediamo al sindaco di dare segnali chiari, immediati e trasparenti. Se non è in grado di assumere tali responsabilità, crediamo che non possa adeguatamente rappresentare questa città ed essere in prima linea nel promuovere la candidatura di Matera a città europea della cultura 2019. Crediamo, anche, che il diretto interessato, a seguito delle continue sollecitazioni sul tema, avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di dimettersi. Atto che gli chiediamo di fare. Ecco perché affermiamo che la questione morale è il centro del problema che ha di fronte l’attuale amministrazione, problema da cui bisogna uscire con decisione e con atti concreti. Quel che deve interessare veramente è la sorte della nostra città. Se si continua in questo modo la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi, rischia di soffocare in una palude. La moderazione è d’obbligo, così, come ribadiamo, la presunzione di innocenza. La moderazione, tuttavia, potrebbe nascondere desideri di accomodamento, di eludere le proprie responsabilità. Così come la questione morale nella pubblica amministrazione e nella politica se non la si affronta con rigore e coerenza rischia di essere ridotta a “caricatura” o a “morale del re”. Qui siamo al Sud, il silenzio e la speranza che passi indenne la nottata è sempre di casa. Riteniamo, invece, e ne siamo fermamente convinti che qui al Sud è possibile invece dare un segnale finalmente diverso e di discontinuità che ripristini una corretta convivenza civile, una forte partecipazione della città e una pratica amministrativa e una condotta politica chiara e trasparente. Che dire dunque? Possiamo attenderci atti concreti?
Restiamo in fiduciosa attesa.