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Sindaco Adduce: scelte di rigore, trasparenza e severità “L’Amministrazione comunale di Matera per il ruolo istituzionale che le compete parla con atti pubblici. E gli atti pubblici dicono in modo chiaro ed inequivocabile che le scelte fatte sono state tutte orientate al massimo del rigore, della trasparenza e della severità. E sempre gli atti ci dicono che l’Amministrazione comunale non è mai stata succube di nessuno, ma si è mossa sulla base di scelte obbligate dettate dalla normativa in materia di personale”.
Lo ha detto stamane il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, nel suo discorso al Consiglio comunale da lui richiesto per comunicare le iniziative intraprese dal Comune e quelle che si intendono intraprendere dopo la vicenda giudiziaria che ha colpito il Comandante della Polizia locale, due vigili urbani, e un dipendente comunale.
“Una vicenda – ha continuato Adduce – che ha creato grande sconcerto nella città ed ha determinato reazioni a volte anche sproporzionate, dal tenore ingiurioso nei confronti della Polizia Locale e dei singoli agenti. ll sovrapporsi degli incarichi ai dirigenti in questi 21 mesi di amministrazione è il frutto delle necessità che si sono determinate via via per rispettare rigorosamente le norme in vigore, quelle sul personale della Pubblica amministrazione volute dal ministro Renato Brunetta, e le norme sul contenimento della spesa”. Il sindaco ha ricordato che allo scioglimento del precedente Consiglio comunale, ottobre 2009, risultavano in Comune 8 dirigenti, di cui quattro a tempo indeterminato e quattro a tempo determinato.“A giugno 2010 sono scaduti i contratti a tempo determinato ed abbiamo provveduto a distribuire gli incarichi tra i 4 a tempo indeterminato e, in via eccezionale, al segretario generale. A tal proposito ricordo che il tribunale di Matera nei mesi scorsi, ha accolto il ricorso del comandante Pepe in merito alla competenza al traffico che gli era stata tolta dalla precedente amministrazione”. “Quindi, con le norme riguardante il personale emanate dal ministro Brunetta, sembrava potessimo assumere tre dirigenti a tempo determinato. Pubblichiamo gli avvisi, esaminiamo le domande mentre confluiscono i pronunciamenti della corte dei conti e del ministero della funzione pubblica che chiariscono che non era il 18, ma l’8 percento la cifra dei dirigenti che potevamo assumere. Nell’autunno del 2010, a seguito di questi pronunciamenti con i quali potevamo assumere solo un dirigente, abbiamo sospeso la selezione. Con delibera di Giunta comunale del 19 aprile 2011, abbiamo approvato la organizzazione di uffici e servizi, razionalizzando e snellendo la macchina burocratica, passando da 14 aree dirigenziali a 7 aree dirigenziali. Nello stesso momento la commissione disciplinare sospende il dirigente Gravina e i suoi incarichi vengono distribuiti fra i quattro dirigenti in servizio. A questo punto, 28 luglio 2011, la giunta decide di procedere attraverso avviso comando da altra amministrazione per dirigente area tecnica, l’unica possibilità che avevamo. Il bando resterà aperto dal 29 luglio al 5 settembre. Eppure non abbiamo registrato alcuna disponibilità denunciando una difficoltà generale della Pubblica amministrazione. Nella seconda metà del 2011 iniziano a schiarirsi le norme sulla percentuale, ma rimaniamo vincolati a questi numeri. Se l’Amministrazione avesse potuto assumere un nuovo dirigente, lo avrebbe fatto. Anche in considerazione delle altre difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. Infatti, mentre Gravina veniva sospeso, il consiglio di Stato annullava il bando di gara sulla raccolta rifiuti mettendoci nelle condizioni di affidare il servizio al secondo classificato. E quindi siamo stati costretti a percorrere l’unica strada possibile, affidare al Comandante Pepe le competenze sull’ambiente. Una scelta che, fra l’altro, ha avuto esiti positivi sul fronte del contrasto ai tentativi di boicottaggio. Dopo il provvedimento dell’autorità giudiziaria la commissione disciplinare ha sospeso dal servizio tutti gli interessati fino alla conclusione del procedimento disciplinare. Una decisione rigorosa, severa e ricca di garanzia per le persone interessate. Noi, rappresentanti del popolo e delle istituzioni dobbiamo contrastare con tutti i mezzi una deriva giustizialista, forcaiola. Io sono per l’assoluto rispetto delle garanzie costituzionali per chiunque. Le chiacchiere al bar dello sport sono ammesse, ma non da parte dei rappresentanti delle istituzioni”. Il sindaco quindi si è soffermato sulle azioni che saranno intraprese: “Stiamo predisponendo gli atti per coprire il posto di comandante e procederemo alla conclusione dei due avvisi pubblici selezionando un interno per l’urbanistica e un esterno per l’ambiente. Per fare questo la Giunta comunale si appresta a individuare i servizi e le funzioni ed a approvare il piano triennale delle assunzioni”. Il sindaco, quindi, ha chiarito alcuni passaggi relativi alle intercettazioni pubblicate sui giornali.
“Noi parliamo con atti alla mano. E gli atti ci dicono che l’amministrazione comunale non è stata succube di alcuna pressione. Tant’è che mentre il Comandante Pepe discuteva su quale avvocato prendere, la Giunta comunale, con delibera del 29 novembre 2011 aveva già deciso di autorizzare l’avvocato del Comune a costituirsi in giudizio nei confronti del ricorso di un’associazione sportiva. Così come la Giunta comunale il 13 ottobre 2011 ha dato mandato a un avvocato esterno di recuperare le somme indebitamente assegnate al comandate Pepe attraverso una delibera del 2002.
Gli amministratori devono parlare attraverso atti. Io sono sempre pronto a rispondere delle mie responsabilità, ma continuerò a mantenere questo atteggiamento di rigore, trasparenza e severità”. Dopo un ampio confronto con gli interventi dei consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, il sindaco ha replicato ad alcune considerazioni.
“E’ stata una discussione molto utile anche se ribadisco la necessità di affrontare le questioni tenendo conto degli atti che abbiamo prodotto. Ricordo che fino a qualche anno fa i dirigenti del Comune di Matera erano 14, un numero così alto che oggi trovo difficile anche solo elencare 14 livelli di responsabilità. Un altro aspetto riguarda i concorsi. Il Comune di Matera, in questo momento, per i numeri che ha e per le norme a cui deve attenersi non può fare concorsi. E’ impossibile. E’ questa la lingua della verità e della trasparenza. Inoltre, nelle relazioni con il personale del Comune di Matera abbiamo sempre usato i criteri della trasparenza, del merito, dell’informazione. E se qualcuno dovesse provare il contrario sono pronto a fare pubblica ammenda”. “Parlare di questione morale à fuori luogo”, ha detto Adduce. Ed ha aggiunto: “Mi sarebbe fin troppo facile usare la scorciatoia strumentale della questione morale. Ma nella mia storia politica non l’ho mai fatto né con i miei compagni di partito né con i miei avversari politici. Personalmente ho seguito i consigli di Enrico Berlinguer che oggi tocca a noi mettere in linea con trasparenza non nell’enunciazione, ma con meccanismi veri. La politica è una cosa seria. Noi siamo una maggioranza inclusiva che fa tesoro dei messaggi che gli arrivano dalla società”.
Enzo Acito, Lista Stella per Matera
La questione morale ed il conflitto di interessi. Sono passati più di trent’anni dalla storica intervista, sulla questione morale, di Eugenio Scalfari ad Enrico Berlinguer. L’ intervista è del 1981 ma la questione morale, purtroppo, è ancora attuale a causa del comportamento dei partiti che genera la sfiducia degli italiani nei confronti della classe dirigente. Sfiducia che oggi, forse, è addirittura aumentata per la concomitanza con questa profonda crisi economica. La questione morale, all’attenzione della città in queste settimane, non è una motivazione pretestuosa, non un surrogato per favorire il ribaltone, non è neanche una forzatura per minare un inesistente clima idilliaco che vive l’ amministrazione comunale.
Per le ultime note vicende, la questione morale è prepotentemente diventata l’elemento di confronto, e di scontro, tra le forze politiche e richiede risposte, da dare alla Città, senza equivoci e senza ipocrisie. È forte la sensazione di imbarazzo che vive oggi, sulla propria pelle, ciascuno dei consiglieri comunali, non conta a quale schieramento appartenga. La classe politica, a qualsiasi livello, è sottoposta al tritacarne mediatico. Ecco perchè ciascuno di noi ha il dovere di dare quelle risposte che la società attende ormai da troppo tempo. Non fa piacere essere additati come complici di situazioni di cui si è completamente inconsapevoli. Non siamo in grado di contenere e neanche di cambiare il corso del fiume in piena. L’argine della sopportazione, della società civile, è stato abbondantemente superato dalla indignazione verso la classe politica che, tutta indistintamente, è accomunata nell’immaginario collettivo come responsabile prima del degrado morale e poi deterioramento economico che stiamo vivendo. Il rischio di una demonizzazione generalizzata e qualunquista è sulle spalle anche di chi vorrebbe offrire il proprio contributo disinteressato alla soluzione dei problemi, con il senso civico di chi rifiuta di sedersi alla tavola imbandita per partecipare ad un lauto banchetto. Dobbiamo dare un segnale forte, senza sconti, senza sotterfugi, senza parole ad effetto, senza invocare pretestuosamente un garantismo che, seppur indiscutibile, non può essere barattato con le questioni di opportunità che scaturiscono da veri o presunti conflitti di interesse che covano sotto la cenere.
Per anni, per decenni, la sinistra ha invocato, facendone un formidabile cavallo di battaglia, il conflitto di interesse ancor prima che la giustizia si esprimesse sulla fondatezza dei reati commessi. A scanso di equivoci devo precisare che ho condiviso, e condivido tuttora, quella posizione politica che ne ha invocato con forza la soluzione perché, a prescindere dal reato perseguibile, il conflitto di interessi entra in maniera subdola nei meccanismi decisionali, senza lasciare traccia evidente, utilizzando la pressione psicologica per spostare, in un verso preciso, il livello risolutivo che avrebbe bisogno, invece, di valutazioni serene e senza condizionamenti. Il conflitto di interessi si inserisce nel profondo, fa sentire il fiato sul collo, innesca consigli silenziosi e reiterati, adotta un sistema di persuasione taciturna ma efficace, distorce la verità in totale spregio dell’interesse collettivo.
La battaglia contro il conflitto di interessi è una segno di civiltà, che la sinistra ha riproposto per anni, e non può, quindi, appartenere ad una eredità del passato o, peggio, non può essere dimenticata in funzione delle convenienze temporanee, salvo poi riprenderne con forza l’ impegno quando coinvolge la parte avversa.
Non si può neanche condividere la difesa di ufficio di chi, componente della Giunta comunale, si sforza di guardare, e di far guardare, il dito dimenticando, o fingendo di non sapere, che la società civile guarda la luna e non si fa distrarre dalle questioni di forma.
La macelleria mediatica costituisce, indubbiamente, una distorsione del confronto aperto e leale e potrebbe degenerare in situazioni di falsificazione della verità. Però, non sempre è convincente gridare allo scandalo del sistema mediatico da tritacarne ed avventurarsi in ipotesi di complotti destabilizzanti, se esiste una verità oggettiva che meriterebbe, invece, l’ adozione di soluzioni nell’esclusivo interesse della collettività.
Il rigore morale, che spesso si utilizza come meccanismo di autocelebrazione, richiede il dovere della coerenza, soprattutto quando la credibilità delle istituzioni, che si è chiamati a rappresentare, è incrinata da ipotesi, anche solo ipotesi, che si scontrano con le argomentazioni con le quali si è acquisito il consenso popolare.
È vero: nessun amministratore è implicato nelle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il comune di Matera, ma è pur sempre auspicabile che chi rappresenta la volontà popolare non si sottoponga al suo giudizio solamente ed esclusivamente durante la campagna elettorale. In questo momento difficile per la Città, la gerarchia delle priorità è stata sconvolta dalla questione morale. I problemi che, sino ad ieri, richiedevano soluzioni urgenti ed indifferibili, oggi sono stati declassati e sono passati in secondo piano.
Non è più urgentissimo decidere di fal o tangenziale, di rimpasto di giunta, di piano strategico e strutturale, di regolamento urbanistico o di ufficio unico degli appalti. Matera, probabilmente, non ha bisogno, in questo momento, di ribaltoni, forse neanche di rimpasti di giunta. Matera, ed i suoi cittadini, hanno bisogno, sicuramente, di risposte urgenti e concrete, in italiano comprensibile e non in politichese, risposte coerenti e credibili ed il conflitto di interessi, anche solamente ipotizzato, costituisce la negazione e la sconfitta della coerenza e della credibilità dell’amministrazione, oltre a contribuire all’approfondimento della voragine che esiste tra i cittadini e la politica.
Carmine Alba, Consigliere comunale e capo gruppo PD
“Ricostruire la squadra dei dirigenti ed andare avanti sempre con serietà e linearità”
“La relazione del Sindaco Adduce al Consiglio Comunale per riferire degli ultimi accadimenti, che hanno coinvolto il dirigente della polizia locale ed altri tre dipendenti comunali, è stata ampia, completa, riepilogativa sul piano amministrativo di questi primi due anni di mandato. Lo stesso dibattito che si è sviluppato in aula quest’oggi è stato di grande interesse e ritengo abbia dato un positivo esempio di come si possano trattare argomenti delicati fornendo spunti e positività utili per il Sindaco e per l’Amministrazione tutta. A meno della metà del nostro mandato siamo ad un passaggio molto delicato anche per l’eco e le discussioni che sono avvenute in città in questo periodo. In casi come questo occorre una grande dose di saggezza per evitare il rischio molto facile di “mischiare le scorze con le fave” e poi di conseguenza “buttare il bambino con l’acqua sporca”.
Il nostro compito, quello del Consiglio Comunale e della politica tutta, è di evitare proprio come ha fatto il Sindaco nella sua comunicazione, di fare confusione e spacciare per questione morale ovvero per responsabilità politiche dell’Amministrazione, fatti che attengono a comportamenti individuali che, per legge, non possono e non devono essere condizionati dalla cosiddetta “volontà politica”.
Al dirigente ed ai dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta giudiziaria va la nostra doverosa solidarietà, così come è giusto guardare con rispetto e fiducia all’attività della Magistratura. In queste settimane così difficili, e visto il tema così caldo, passionale e spinoso, che richiede una grande dose di lucidità e freddezza di giudizio e di comportamenti, mi sono preso la briga di rileggere la famosa intervista che Enrico Berlinguer rilasciò nel luglio del 1981 al direttore di Repubblica Scalfari. Spesso, troppo spesso, in Italia si richiama la questione morale a proprio piacimento e si è garantisti o giustizialisti a fasi alterne. Ed è il rischio che si corre anche qui a Matera.
Il paradosso, in questi casi, recuperando la lezione derivante da quell’intervista, è che quando un’amministrazione rispetta la distinzione dei ruoli e non interferisce nelle attività della gestione, allora si dice che non si è in grado di esercitare bene la funzione di controllo, e quando la politica si interessa un po’ troppo della gestione (che è compito affidato ai dirigenti), allora si dice che i partiti occupano le istituzioni. Il rischio che si corre, quindi, è che ciascun cittadino semplice o Consigliere Comunale si trasformi in opinionista a piacere. La cronistoria descritta dal Sindaco e l’impossibilità di superare i vincoli normativi che non hanno consentito di nominare nuovi dirigenti nel mentre quelli in carica venivano man mano meno, ci fa comprendere la difficoltà quotidiana di amministrare la cosa pubblica districandosi dalla giungla di norme che se non ben interpretate ed applicate espongono anche matrimonialmente chi amministra. Il rischio dell’errore è dietro l’angolo ed i cittadini ed i Consiglieri Comunali sono sempre pronti, spesso appunto da opinionisti, a criticare anche aspramente gli errori commessi. E’ giusto in questa circostanza, quindi, riconoscere alla Giunta di aver tenuto correttamente distinte le responsabilità tecnico amministrative da quelle politiche. In questi mesi il comportamento del Sindaco, della Giunta, della politica nelle diverse vicende che hanno riguardato dirigenti e personale della nostra amministrazione è stato serio, corretto, rigoroso, non condizionato da influenze dirette ed indirette degli eventi. Ed in questi mesi difficili, con una struttura burocratica ridotta al minimo, sarebbe giusto e doveroso riconoscere all’Amministrazione ed ai lavoratori del comune l’impegno ed i risultati comunque ottenuti. Esiste invece una questione politica al Comune di Matera? Può darsi. Credo che in modo naturale a distanza di quasi due anni di governo sia giunto il momento di fare il punto della situazione, capire lo stato di avanzamento del programma e dare slancio per una nuova fase. Ma questo fa parte della normale e fisiologica vita politica di una amministrazione e di una coalizione.
In momenti difficili come questo, ad essere colpita però non è solo una persona, ma la credibilità del Comune e del corpo dei vigili urbani, di coloro che fanno attraversare la strada ai nostri figli quando vanno a scuola o che ci danno garanzia di sicurezza sul territorio. Ecco, in casi come questi ciascuno di noi, maggioranza e minoranza, dovrebbe fare corpo unico insieme alla giunta ed al sindaco, perché ne va di mezzo la credibilità dell’istituzione e il bene comune. Adesso più che mai condivido le parole del Sindaco e gli chiedo di andare avanti con la stessa linearità e serietà di comportamenti che ha avuto fino a questo momento, ricostruendo la squadra dei dirigenti e spingendo sul programma per dare risposte ai cittadini”.