venerdì 3 febbraio 2012

Questione morale - Amministrazione Adduce

Il governo Adduce in grande difficoltà. Siamo di fronte ad una situazione in cui si avverte il discredito che grava sulla città, con una dirigenza messa in difficoltà da provvedimenti giudiziari o da incapacità a svolgere il proprio ruolo. Come gestire e governare servizi indispensabili per la città diventa un grosso problema. Dall’altro l’incrinarsi di quel rapporto di fiducia e di sintonia con la città, che forse non c’è mai stato, e che oggi raggiunge i livelli più bassi.

Fatta salva la presunzione di innocenza, la mancata costituzione di parte civile, da parte dell’amministrazione comunale, nel procedimento di rinvio a giudizio a carico di Cifarelli, di alcuni dirigenti della pubblica amministrazione e di cittadini coinvolti a vario titolo, lascia alquanto esterrefatti. Un sindaco che apprende dalla stampa un tale madornale errore e non dal dirigente che lo ha commesso è sconcertante. Un dirigente di lunga data e di lunga esperienza che sbaglia un atto così semplice nella sua formalità, lascia a dir poco perplessi. Un sindaco che dichiara all’atto della pubblicità della notizia “che la vicenda appartiene ad anni lontani” è incomprensibile. Inoltre, le ultimissime vicende giudiziarie a carico di dirigenti e dipendenti comunali pongono con forza e attualità il tema della questione morale e dell’etica politica e amministrativa nei rapporti tra amministratori e dirigenti.



La vicenda del tentativo di speculazione edilizia nel quartiere di Serra Venerdì pone, al contrario di quanto possa pensare il Sindaco e l'intera maggioranza, due questioni fondamentali, una di natura politica e l'altra di natura processuale in quanto parte lesa nel processo penale. Per quanto riguarda la questione politica pare che la strategia del sindaco e del suo gruppo(giunta e maggioranza) sia stata, e continui ad essere, quella di minimizzare i fatti, abbassare più possibile i toni e sperare che la nottata passi senza ulteriori danni. Dichiarare che si ha fiducia nella giustizia non c’entra assolutamente niente con gli esempi di comportamento irreprensibili che una classe politica e di governo deve avere e dimostrare. Forse andrebbero ricordati al primo cittadino e all'attuale centro sinistra i fatti accaduti in “età preistorica” (2003/2004). I fatti, però, nella loro gravità sono da tutti conosciuti. Per quanto riguarda la posizione di parte lesa sarebbe stato opportuno, ma lo è tuttora, sollevare dall’incarico il capo di gabinetto. Una decisione che andava già presa senza indugi e che la comunità materana chiede. Adottare un tale provvedimento non assume il significato di un verdetto di colpevolezza, ma assume, invece, un significato di trasparenza e di separazione dagli atti amministrativi su cui è in corso l’indagine. Su tali questioni, chiediamo al sindaco di dare segnali chiari, immediati e trasparenti. Se non è in grado di assumere tali responsabilità, crediamo che non possa adeguatamente rappresentare questa città ed essere in prima linea nel promuovere la candidatura di Matera a città europea della cultura 2019. Crediamo, anche, che il diretto interessato, a seguito delle continue sollecitazioni sul tema, avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di dimettersi. Atto che gli chiediamo di fare. Ecco perché affermiamo che la questione morale è il centro del problema che ha di fronte l’attuale amministrazione, problema da cui bisogna uscire con decisione e con atti concreti. Quel che deve interessare veramente è la sorte della nostra città. Se si continua in questo modo la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi, rischia di soffocare in una palude. La moderazione è d’obbligo, così, come ribadiamo, la presunzione di innocenza. La moderazione, tuttavia, potrebbe nascondere desideri di accomodamento, di eludere le proprie responsabilità. Così come la questione morale nella pubblica amministrazione e nella politica se non la si affronta con rigore e coerenza rischia di essere ridotta a “caricatura” o a “morale del re”. Qui siamo al Sud, il silenzio e la speranza che passi indenne la nottata è sempre di casa. Riteniamo, invece, e ne siamo fermamente convinti che qui al Sud è possibile invece dare un segnale finalmente diverso e di discontinuità che ripristini una corretta convivenza civile, una forte partecipazione della città e una pratica amministrativa e una condotta politica chiara e trasparente. Che dire dunque? Possiamo attenderci atti concreti?

Restiamo in fiduciosa attesa.