giovedì 23 gennaio 2014

PROPORZIONALE A DOPPIA VOTAZIONE - Il sistema elettorale per gli Italiani

Perché l’Associazione Città Plurale ha scelto di condividere un progetto di  riforma elettorale, proposta ed elaborata da un componente del proprio direttivo? Perché Città Plurale è voluta entrare in un dibattito, che si trascina oramai da lungo tempo e al quale partecipano, di prassi, i soli addetti ai lavori?
Le due domande sono strettamente legate tra di loro. Un comune cittadino e una Associazione della cittadinanza attiva hanno deciso di avviare un percorso sul tema della riforma elettorale, perché attraverso questa un popolo deve essere Sovrano, deve poter indicare da chi farsi governare e deve concretamente scegliere un programma e chi è chiamato ad attuarlo. La legge elettorale attuale, il cosiddetto “Porcellum”, approvata nel 2006 e dichiarata ora incostituzionale, non consente di fare ciò, sottraendo la sovranità
proclamata dalla Costituzione al popolo italiano.
Abbiamo seguito tutto il lavoro di ricerca, di studio e di elaborazione del progetto realizzato da Saverio Paolicelli. Un lavoro lungo, problematico, anche faticoso, ma nello stesso tempo stimolante ed esaltante.
Siamo stati coinvolti, sia personalmente sia come Direttivo, perché ognuno potesse dare suggerimenti e riflessioni, come cittadini "esperti". Esperti poiché chiamati frequentemente ad esprimere un voto per il Parlamento o per le Istituzioni locali e perché sensibili alle problematiche istituzionali.

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La parola chiave su cui soffermarsi è la parola Sovranità. L’art. 1 della nostra Carta Costituzionale recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Allora, se i cittadini sono sovrani, come mai non vengono interpellati, non vengono ascoltati e non vengono coinvolti nel dibattito sulla riforma elettorale? Perché i cittadini non devono poter esprimere la loro opinione sulla riforma elettorale da dare al proprio paese? Eppure il sistema elettorale pone in gioco elementi fondamentali di uno Stato, quali il livello democratico e la governabilità.
Una delle cause di tale carenza è rappresentata dai partiti che, privi di una adeguata visione del mondo che cambia, svuotati di contenuti, incapaci di concepire progetti di ampio respiro restano chiusi di fronte alla forte esigenza di partecipazione che viene dal basso. È già da tempo che le forze politiche non sanno più coinvolgere i cittadini sui temi di rilevanza nazionale e di interesse generale. Esse non comprendono che i cittadini non vogliono più rilasciare deleghe in bianco ed esprimere un voto delegittimato.
La partecipazione diventa, pertanto, il fattore fondamentale per identificare i quattro cardini di un paese Democratico: suffragio universale dei cittadini, sistema plurale di partiti, elezioni libere e corrette, pluralità di
fonti d'informazioni indipendenti.
Ampliando e diffondendo le dinamiche di partecipazione si ha più attenzione ai mutamenti sociali e ai suoi valori, ai caratteri intrinseci dei territori e agli elementi culturali che lo contraddistinguono. Favorendo la partecipazione dei cittadini s'intraprende un percorso di condivisione democratica che dà modo alle
intelligenze di esprimersi. In questo scenario, il processo di partecipazione rappresenta l’espressione universale dei cittadini ad essere parte attiva e attori principali del proprio presente e del proprio futuro.
L'impegno per il Bene Comune richiede azioni che raccolgano i contributi di tutti i soggetti attivi nella decisione politica, per difendere la nostra democrazia "da anni sotto costante ricatto"e farla diventare spazio aperto in cui costruire una convivenza autenticamente umana.
Per questi motivi Città Plurale ha condiviso e sostenuto il percorso di questo progetto di riforma elettorale, per avviare un dibattito quanto più ampio possibile, coinvolgere quanti più cittadini e cittadine, il mondo giovanile, le associazioni, gli Enti, gli organismi dello Stato ad essere parte attiva di questo importante momento della vita politica nel nostro Paese.


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